Charles "Buddy" Bolden: lo strano destino del primo.

 
 
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Charles "Buddy" Bolden: lo strano destino del primo.





di John Milner




Non puo' esistere contesto o pubblicazione dedicati alla storia del jazz senza parlare di lui, del primo,Buddy Bolden,classe 1877, cornettista, nato a New Orleans. Per quanto fin dai primi libri sul jazz non mancassero cenni sulla sua breve storia, il personaggio e' stato circondato da un alone di mistero, per il fatto semplice che non esistevano registrazioni.

Poi, le testimonianze della vecchia guardia di musicisti di New Orleans via via apparvero e concordarono in pratica su tutto: il volume del suono della sua cornetta era molto alto, si dice che lo si sentisse a 10 km di distanza, il che non e' impossibile giacche' le lagune che circondano New Orleans hanno l' effetto di una cassa armonica ; suonava molto frequentemente, nelle mille occasioni che in quegli anni si presentavano nella citta' del delta, parate, pic nic, feste, funerali, serate danzanti. Ma il punto fondamentale era che aveva introdotto quel fattore, caratteristica basilare e fondante del jazz, che e' l'improvvisazione: ogni componente della sua band poteva esprimersi al meglio e secondo il proprio sentire. Certo, non essendovi stati precedenti, non deve essere stata impresa facile per ogni musicista esprimere la propria linea melodica amalgamandosi con gli altri per ottenere quella novita', quel nuovo risultato che era l'improvvisazione collettiva e quindi la polifonia.

E quando riusciva,e tutta la band se ne compiaceva soddisfatta, ne scaturiva uno straordinario feeling.
Ma c'era un altro punto importante nella sua innovazione, l'adattamento del blues alla versione strumentale, altro cardine del jazz (come sappiamo, parola a quel tempo non ancora in uso).
Cosi' brani come "Careless love", "My bucket's got a hole in it", "Get out of here" Iniziarono a risuonare a New Orleans dalla meta' degli anni '90 dell' Ottocento fino al 1906 circa. Anni in cui non ci fu musicista di New Orleans che non cercasse di seguirlo e imitarlo in quel nuovo stilema musicale.

Era nato il jazz, e pur con il contributo del blues, degli spiritual, del ragtime e di tutto cio' che culturalmente e storicamente stava dietro quella musica, era stato l'avvento di quell'oscuro personaggio - che una forma di schizofrenia (diagnosticata come "demenza precoce") doveva ben presto togliere dalla scena - ad agire da catalizzatore.
L'ironia volle che quel capostipite assoluto del jazz cessasse a 30 anni di suonare e finisse tristemente i suoi giorni in un manicomio di Jackson in Louisiana, per morire nel 1931, senza aver lasciato traccia della sua musica se non nei racconti degli altri. Piu' che sufficienti pero' a documentarci cosa significo' Bolden per il jazz: Il testimone era stato raccolto, da tutti e per sempre.
Finito, come spesso accadeva alla gente di colore, in una tomba anonima, oggi ha un monumento nel cimitero di Holt a New Orleans e la sua composizione "Buddy Bolden's Blues" non cessa di essere suonata dalle band di jazz classico.











 

 








 



 


 





 
 
   
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